OICB: la zootecnia chiede innovazione e sviluppo green

Le risorse del PNRR per la crescita del settore allevatoriale. L’impegno dell’interprofessione

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OICB - Zootecnia chiede innovazione e sviluppo green

Bari, 6 ottobre – L’Organizzazione Interprofessionale Carne Bovina (OICB, in via di riconoscimento) prosegue il suo percorso di coinvolgimento degli allevatori e degli attori della filiera, con una serie di convegni sul territorio, sui temi della salvaguardia e dello sviluppo della zootecnia italiana. Dopo l’appuntamento di Padova a fine luglio, è giunto quello di Bari, che si è tenuto sia in presenza, sia online, coinvolgendo un’ampia platea di produttori sul tema “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: quali opportunità per il settore zootecnico”.

 

L’interprofessione – che è momento importante di raccordo di tutta la filiera della carne bovina (ha come soci fondatori Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, UNICEB, Assograssi, Fiesa-Confesercenti e Assalzoo) – con il convegno di Bari in particolare ha voluto far conoscere le opportunità che si profilano per le aziende zootecniche e, dunque, per quelle della filiera tutta grazie ai fondi del PNRR ma anche della PAC. Sono importanti, in particolare, le risorse complessive per il settore agricolo, previste dal PNRR (6,8 miliardi di euro, v. tabella); un’occasione che anche gli allevatori dovranno prontamente cogliere. Nell’incontro i relatori hanno ricordato gli investimenti che potranno essere effettuati, tra l’altro, per interventi riguardanti il parco agrisolare, la logistica agroalimentare, l’innovazione della meccanizzazione, la robotica, i contratti di filiera e di distretto, il biometano, la banda larga ed il 5G.

 

Da tempo c’è un percorso di crescita del settore zootecnico ma che va ulteriormente consolidato. E a Bari si è rimarcato come siano abbondantemente noti i risultati già conseguiti nella direzione della maggiore innovazione e sostenibilità. La riduzione delle emissioni negli ultimi anni, il contributo alla produzione di energie rinnovabili con l’utilizzo delle deiezioni, l’ammodernamento tecnologico anche verso una maggiore tutela del benessere animale, nonché qualità e sicurezza alimentare, secondo standard sempre più elevati stabiliti dalla normativa unionale, non hanno paragoni con i Paesi terzi.

 

Lo sviluppo dell’attività aziendale va effettuata dunque in un’ottica di gestione integrata e di innovazione applicata: il biogas ed il biometano, ma anche il fotovoltaico sono grandissime chance sia per il bilancio aziendale, sia per il Paese per il raggiungimento degli obiettivi di progresso green e sostenibile che l’UE si è data.

 

In via generale è stato evidenziato che una delle criticità del settore della carne bovina è la forte dipendenza dall’estero (circa il 50% del fabbisogno) e che il PNRR potrebbe rappresentare un’opportunità per colmare il più possibile tale gap, gettando le basi per uno sviluppo della produzione nazionale. D’altro canto, ciò evidenzia l’esistenza di una notevole potenzialità di crescita, fermo restando le unità produttive già presenti sul territorio, che tuttavia dovranno essere incentivate per consentire loro un incremento del livello di efficienza complessiva e di sostenibilità economico-ambientale-sociale. Infatti, se solo si investisse per riportare gli allevamenti meno produttivi alla media nazionale, ci sarebbe una crescita di circa 500 mila capi allevati, aumentando il valore dell’autoapprovvigionamento, oltre ad un’ottimizzazione del processo e ad una riduzione dei costi all’origine che, soprattutto oggi, stanno mettendo in forte difficoltà le aziende zootecniche e incidendo gravemente sulla redditività.

 

Nel dibattito è emersa quindi la necessità di instaurare un nuovo rapporto con i cittadini-consumatori, attraverso il pieno coinvolgimento della distribuzione, soprattutto quella al dettaglio, per maggiore trasparenza e tutela della qualità, fornendo una sempre più incisiva informazione ai consumatori su questioni come il benessere animale, i processi allevatoriali virtuosi, la logistica all’ingrosso improntata a criteri sostenibili e la creazione di valore dei sottoprodotti all’insegna dell’economia circolare.

 

OICB ha quindi sottolineato come il settore zootecnico sia fondamentale per l’agroalimentare italiano. Il solo comparto della carne (bovina, suina e avicola) genera un giro d’affari di circa 30 miliardi di euro (10 miliardi alla produzione e 20 nell’industria di trasformazione), che arriva a 40 miliardi includendo latte e uova. In particolare, la carne bovina costituisce in valore il 44% e in volume il 33% dell’intero comparto.

 

Altro compito importante che l’interprofessione si è dato è quello di consolidare la filiera della carne bovina. C’è una volontà comune di tutte le componenti di OICB di lavorare per un obiettivo univoco: valorizzare il settore e renderlo sempre più moderno, competitivo e virtuoso.

 

All’evento sono intervenuti: Elio Catania, consigliere del MIPAAF; Francesco Saverio Abate, capo dipartimento DIOPAI del MIPAAF; Donato Pentassuglia, assessore all’Agricoltura della Regione Puglia; Matteo Boso, presidente di OICB; Secondo Scanavino, presidente di CIA; Massimiliano Giansanti, presidente di CONFAGRICOLTURA; Franco Verrascina, presidente di COPAGRI; Carlo Siciliani presidente di UNICEB; Gian Paolo Angelotti presidente di FIESA-CONFESERCENTI.

TABELLA

 

Le risorse del PNRR per l’agricoltura e l’agroalimentare

(fonte: Mipaaf)

mio eur

Sviluppo della logistica

800

Parco Agrisolare

1.500

Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo

500

Sviluppo del biogas e del biometano

1.920

Resilienza dell’agrosistema irriguo*

880

Contratti di filiera e di distretto**

1.200

Totale

6.800

* di cui 360 progetti già in corso con fondi nazionali

** a valere del “Fondo complementare” al PNRR